Giuseppe Barbera
Conca d’oro
La nascita, la vita e la morte di un paesaggio.
Sellerio Editore, Palermo 2012
La nascita, la vita e la morte di un paesaggio, La Conca d’oro di Palermo, protagonista assoluto della storia mediterranea, nel bene e poi nel male. Un paesaggio nato in un mare al centro della storia, dove si incontrano le nature di tre continenti e le più importanti civiltà umane, in una piccola pianura, chiusa dai monti e solcata dalle acque, di straordinaria bellezza e fertilità.
Giuseppe Barbera racconta che nel 1957 un famoso naturalista nei pressi di Palermo osservò una stranezza: due pulci d’acqua di specie diversa che condividevano la stessa polla; ne venne «l’improvvisa rivelazione» che sta alla base dell’attuale nozione di biodiversità. È questo, prima di tutto, per Giuseppe Barbera la Conca d’oro: un fertile concetto: aura concha, che della conca, della conchiglia e del grembo racchiude la fecondità e la sensualità. Un’idea unitaria, durata centinaia di generazioni, capace di produrre molte altre idee nelle mani e nelle menti, già dai segni delle incisioni rupestri. Questo libro è il racconto della vita della Conca d’oro dall’origine. Storia di un paesaggio, completa da ogni punto di vista. Narra l’epopea del giardino di orti frutta e alberi, coronato dai monti rosa-violetto e fermato dal mare, su cui sorse Palermo, coltivato dai millenni e cancellato in cinquant’anni dal cemento e dalla mafia. Ma va oltre il caso specifico, facendo della Piana un esempio memorabile, modello di comprensione sintetica delle leggi dell’interazione in cui consiste il paesaggio: dove questo è sì l’evoluzione della natura plasmata dall’uomo, ma cessa come evoluzione quando la natura è cancellata. Sicché, al di sotto di tutto circola una differenza che imprime la Conca d’oro, molto più che luogo, come un personaggio nel tempo. Lavoro e opera. Il lavoro rinnova il sostentamento, l’opera produce con il durevole un universo simbolico, fatto di miti, religioni, filosofie, idiomi, immagini. La Conca d’oro fu l’opera dei palermitani; «laboratorio perenne di diversità biologica»; archetipo, con le sue infinite combinazioni, di un modo di civilizzazione. Tanto da trasmettere la certezza che la sua agonia cementizia, sia l’agonia della civiltà cittadina. E tanto che, l’ultimo capitolo si legge con l’emozione del thriller ben riuscito: il furioso Sacco di Palermo. Come la biodiversità che racconta, Conca d’oro contiene tutta la sovrabbondanza possibile di naturalismo, geografia, mitologia, poesia e storia. È un’opera di scienza, ma nella terra del Parco della Favorita vivono ancora i mandarini sradicati dal giardino familiare, quando appena adolescente assistette al primo avanzare della distruzione. Quindi, è una grande passione diventata scrittura. È – scrive l’autore – «natura, paesaggio e percezioni». Intorno a un paradiso perduto.
GIUSEPPE BARBERA sarà presente a NEXT LANDSCAPES – HIGH GREEN TECH SYMPOSIUM 2012